Il Risveglio ? - Onironautica.

11:56 Unknown 0 Comments

Sono anni che sono immersa nel mondo della spiritualità. A lungo solo a livello teorico, intellettuale.
Solo ora cerco  davvero di tuffarmi in questo oceano infinito e misterioso.

Ma sin dal principio, c'è sempre stato un passaggio che non ero certa di comprendere.
Quando si parla di risveglio. Mi chiedevo: ma io mi sono risvegliata oppure no? Sapere che una realtà più profonda esiste, e crederci, è questo il risveglio?

Non sono in grado di dare una risposta che sia quella giusta, ma se guardo indietro alla mia storia, ecco cosa vedo:

credo di aver sempre avuto quella sensibilità latente (che in maniera più o meno prossima alla nostra coscienza è presente in tutti). C'è stato però un periodo durante il quale sono sprofondata in me a causa di uno stato che direi potrebbe essere quello della depressione. Per uscire da quella nebbia profonda, non so come, mi sono ritrovata a confrontarmi con la spiritualità.

Parola che, per altro, tutte le volte che uso, mi pare voglia dire niente e voglia dire tutto. Forse è a causa dell'abuso di cui stiamo facendo di recente, che essa sta perdendo un po' di valore. Ma questa è un'altra storia. Almeno credo.

Ad ogni modo. Un passetto alla volta mi sono avventurata in questo mondo. E credo di essermi almeno bagnata la punta dei piedi nell'Oceano (volevo evitare di usare il termine "spiritualità", ma ho temuto di non essere chiara...ecco).

Questa avventura mi ha portato a confrontarmi con i miei demoni, mi ha catapultato negli abissi più oscuri (mai giunti da me sinora). Quella che chiamano la notte buia dell'anima.
Notte che sta cedendo il posto all'alba solo ora.
Ma durante questa oscurità, ho vissuto molte emozioni negative che non sono stata in grado di controllare. Mi hanno travolta. Disarmata.

E per poco non ci lasciavo il senno.

E soprattutto: ho vissuto in una sorta di d o r m i v e g l i a.
E ora che me ne rendo conto, ringrazio di non essere sprofondata definitivamente e nuovamente nel    s o n n o.

E' stato un soffio.

Ad ogni modo questa presa di coscienza mi porta a delle riflessioni.

Il risveglio penso sia rendersi conto che si sta dormendo.
Come quando a taluni capita, durante un sogno notturno, di avere la percezione di stare sognando.

I più "forti" (?) riescono a mantenere questo stato di coscienza, e a diventare dei veri e propri oniranauti, vivendo l'esperienza del sogno lucido.

Ho letto vari libri e visto diversi film in cui si parlava del fatto che la nostra realtà non è altro che sogno. Io prendevo questa frase in senso metaforico. Credo invece che essa debba essere letta in maniera molto più letterale.

Noi viviamo passivamente, ma è molto difficile rendersene conto. C'è per la maggior parte una sottile nebbia che ci offusca. E abbiamo momenti, forse, di veglia. 
Nel sogno reagiamo, da svegli agiamo.
Nel sogno siamo assorbiti dalle emozioni, dalla routine, dalle liti, dal lavoro, dai pettegolezzi.

Consiglio di vedere Matrix per chi non l'abbia ancora fatto. Consiglio di leggere I Quattro Accordi e La Porta del Mago.



Quando ero piccola mi capitava di fare sogni lucidi. Avevo imparato, quando questi erano incubi, a risvegliarmi anche.
Ora, talvolta, ho la percezione sottile di sognare, ma perdo questa percezione. Non ho l'energia per mantenere attenta la mia coscienza.

Ciò che voglio fare, è lavorare su questa capacità, per mantenermi il più possibile in uno stato di veglia...soprattutto durante il giorno, poi magari si potrà pensare alla notte.

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Secondo Chakra: creatività che cerca di smuoversi dentro me

11:30 Unknown 0 Comments

Penso di poter dire che sono in fase di ripresa.

Non che sia abbagliata dalla Luce, non che mi senta così tanto ispirata dal fatto che siamo all'inizio del 2016 sentendo le infinite possibilità che il nuovo anno mi offre.
No.
Più che altro mi rendo conto di essere a metà del mio viaggio, e mi pare che il peggio sia passato.

Mi sento piuttosto in sintonia con le stagioni: abbiamo appena passato il momento più buio dell'anno: ora i giorni si faranno via via più lunghi e più chiari, le ore di notte cederanno il posto a quelle di luce.
Non è come sentirsi "Illuminati d'Immenso", ma piuttosto scorgere raggi di luce che filtrano attraverso il fitto bosco nodoso ed insidioso di alberi.

E io tiro un respiro/sospiro di sollievo.

E seguo i raggi di luce.


Questi mi riportano alla mente come ci si sente ad essere ispirati.
Entusiasmo, ispirazione, leggerezza. Un vento leggero che porta aria nuova e gli odori di terre lontane.

Mi sfiora silenzioso, e aiuta il mio risveglio.

Mi rendo conto che è giunto il momento che questo ghiaccio si sciolga, che nuove energie fluiscano.
Ho bisogno di scorrere, scorrere fuori con il ghiaccio che diventa acqua, cedendo in fiume che esce fuori dal bosco.

Bisogno di tornare a sognare. A credere.

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Lavoro sul Primo Chakra: radicarmi alla Terra e tracciare confini

11:26 Unknown 0 Comments

Un anno fa ho cominciato a mettere i piedi per terra, e ad ancorarmi.
Ho imparato a stare nel mondo, nella società.

Ora mi viene richiesto di andare a fare un lavoro più profondo.
Mettere le radici. Trovare la mia stabilità. Trovare il mio contatto con la Terra.

Il lavoro sulla realtà terrena non è più proiettato fuori di me, ma dentro di me.
Sono davvero pochi giorni che questo mutamento è in atto, ma qualcosa già cambia.

Per ricollegarmi alla Terra, per trovare in essa il mio posto, per essere un Albero con le radici che vanno nel profondo, e i rami che tendono al cielo, anzi che essere un timido fiore in una tempesta di vento....sono necessari cambiamenti molto pratici.

Riscopro l'importanza del rito. Scandire il ritmo della giornata attraverso rituali mi da dei limiti, mi pone dei confini.

Questo è importante perchè sento che, nonostante il lavoro compiuto sinora, che ancora dei confini ben definiti non li ho.

Sento ancora che mi faccio calpestare dagli altri, che le emozioni delle persone si mescolano con le mie.

Quindi i confini, i limiti per me sono fondamentali.
E questi sono limiti temporali, quando si tratta di riti.

Sono limiti emozionali, quando si tratta riconoscere dove finiscono le mie emozioni e dove cominciano quelle degli altri. E nel trovare il modo per fare si che queste ultime non mi contaminino.
Riuscire a mantenere uno scudo, riuscire a ricreare quella "pelle" che sembra mancarmi, per non assorbire tutto ciò che mi sta attorno.

Sono limiti alimentari, quando si tratta di avere un rapporto sano con il cibo, piuttosto che divorare tutto ciò che trovo.

Limiti fisici: nel riconoscere il mio corpo, attraverso il movimento, lo sport, lo yoga, ed anche definirlo, dargli una forma.

Il lavoro sul mio ricollegamento alla terra, comincia quindi attraverso questa definizione dei confini.
Essi mi permettono di non perdermi nei miei pensieri, spesso dannosi, Non perdermi in cattive abitudini, chiaramente dannose. ....Non perdere la testa.

Sono lo strumento che mi attacca alla terra.

E sono nelle mie mani.

Non trovo la mia stabilità nella realtà attraverso qualcosa di "altro" rispetto a me. Appoggiare la propria stabilità su altre persone è un errore sin dall'inizio.

La vera stabilità te la puoi dare solo tu.

Ed è vero comunque che l'uomo è un animale sociale, non è un'isola. -E questo è il mio paradosso, il mio rompicapo.
Sta nell'imparare a chiedere aiuto nel caso del bisogno, ma non basare la propria stabilità sugli altri. Non dipendere dagli altri. E' una ricerca di equilibrio estremamente difficile per me.  Un altro paradosso interiore su cui devo lavorare a modo mio.


So che lavorando sui miei confini, e attraverso essi, lavorando sul mio contatto con la terra, e sul mio radicamento ad essa, alla fine troverò me stessa e la mia stabilità.

E sotto, un lavoro ancora mi attenderà: il lavoro sulla mia femminilità.

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